“Vite intrecciate”

24 marzo 2021

Questa data ricorda l’assassinio di san Oscar Romero, arcivescovo di San Salvador, ucciso per le sue denunce contro le violenze della dittatura militare del paese.
Purtroppo continuiamo ad assistere ad un accanimento, direi speciale, contro i cristiani e in particolare contro i sacerdoti, religiosi/e, catechisti e collaboratori pastorali. Fa molto male avere la conferma dell’inasprimento degli atti di violenza nei confronti dei cristiani in generale. Possiamo dire che c’è un’altra pandemia in atto, più silenziosa. Infatti circa 309 milioni di cristiani sperimentano un livello di persecuzione alto, se non estremo. Accade ad un cristiano su otto, nel mondo: due su cinque in Asia, uno su sei in Africa e uno su dodici in America Latina. I dati sono quelli della World Watch List 2021, l’ultimo rapporto di monitoraggio delle persecuzioni dei cristiani nel mondo, curato da Porte Aperte/Open Doors, l’agenzia missionaria americana di aiuto ai cristiani perseguitati.
Perché tutto questo? Qual è la ragione principale? Credo si può spiegare così: essi portano la Verità del messaggio di Cristo! Quando questa Verità non si oppone alle forze del male, tutto va bene. Invece, quando avanza la minima opposizione, insorge una lotta che utilizza la diffamazione, l’odio e persino la persecuzione e la morte.
Colpisce il fatto che il numero più elevato di missionari e operatori pastorali uccisi si registra in paesi a maggioranza cattolica e aumentano i luoghi in cui viene sparso il loro sangue.
Il ricordo del loro sacrificio renda pronto il nostro orecchio ad ascoltare e il cuore ad accogliere: «Chi manderò e chi andrà per noi?»; e stimoli il nostro entusiasmo a ripetere al Padre: “Eccomi, manda me!” (Is 6,8).
Il 24 marzo preghiamo e digiuniamo in memoria di tutti i fratelli e le sorelle che hanno donato la vita, mostrando di essere “Vite intrecciate” da una fede che, come la Verità, rende liberi e libera deve restare.
In ogni comunità, poiché siamo limitati dalla pandemia a fare una veglia per tutti, si faccia un momento particolare di preghiera.

Mons. Michele Carlucci