Cari Sacerdoti e Diaconi, cari Religiosi,
Sorelle e Fratelli, uniti nella grazia del Battesimo,
Il Santo Padre Francesco, in occasione della Giornata Missionaria Mondiale di quest’anno, ci ricorda che «Non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato» (At 4,20). Perciò questa giornata «è un invito a ciascuno di noi a “farci carico” di far conoscere ciò che portiamo nel cuore», perché la Chiesa «esiste per evangelizzare» (EN, 14) (Mess. G.M.M. 2021). Se abbiamo sperimento la gioia e la bellezza del credere, nonostante le difficoltà, non possiamo non condividerla con gli altri.
Certo la comunicazione della fede oggi affronta delle sfide nuove, per cui la sollecitudine pastorale deve offrire possibilità efficaci per sperimentare la fede e noi pastori dobbiamo individuare le modalità giuste per trasmetterla efficacemente e vincere l’indifferenza.
Papa Francesco, sempre nel Suo messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale, ci ricorda: «Abbiamo la testimonianza viva di tutto questo negli Atti degli Apostoli, libro che i discepoli missionari tengono sempre a portata di mano. È il libro che narra come il profumo del Vangelo si diffuse al suo passaggio suscitando la gioia che solo lo Spirito ci può donare. Il libro degli Atti degli Apostoli ci insegna a vivere le prove stringendoci a Cristo, per maturare la “convinzione che Dio può agire in qualsiasi circostanza, anche in mezzo ad apparenti fallimenti” e la certezza che “chi si offre e si dona a Dio per amore, sicuramente sarà fecondo (cfr Gv 15,5)”» (EG, 279) (Mess. G.M.M. 2021).
L’attuazione della missione è resa possibile anche oggi dall’azione dello Spirito Santo operante nella Chiesa, soggetto concreto della testimonianza di Gesù, il Vivente.
È necessaria una fede praticata: nutrita dalla Parola di Dio, aperta alla conoscenza non di una verità astratta, ma della Verità che è Gesù Cristo. Questa fede nel Cristo morto e risorto riconosciuto negli atti liturgici, e in modo particolare nell’Eucaristia (luogo privilegiato dove la fede professata è anche celebrata e vissuta), non possiamo tenerla solo per noi.
L’Apostolo diceva: “Guai a me se non predicassi il Vangelo”. Questo “Guai” deve spingerci a proporre a ogni uomo e a tutto l’uomo la bellezza della fede usando i linguaggi più appropriati, nel contesto sempre più pluralista in cui ci troviamo.
Il 2020 è stato doloroso per tante persone. La pandemia, con la crisi economica e sociale causata dalle restrizioni conseguenti, ha sicuramente focalizzato la nostra attenzione, distraendo non poco l’opinione pubblica dalle serie minacce che aleggiano sul rispetto dei valori e sulla salvaguardia dei principi non negoziabili che servono alla verità, alla libertà di tutti, alla tutela e alla protezione delle persone fragili, vittime della “cultura dello scarto”.
Più che mai diventa preziosa la nostra vicinanza agli uomini e alle donne di Dio che hanno scelto di farsi prossimo agli altri, e in particolare a quanti sono andati a vivere la missione in luoghi lontani, dalle più diverse culture: allarghiamo il nostro cuore rendendolo capace di vera fraternità. Sentiamoci in comunione con i missionari ed esprimiamo nei loro confronti la nostra solidarietà concreta con le offerte che verranno raccolte nella quarta domenica di ottobre, Giornata Missionaria Mondiale.
Risvegliamo tutti la coscienza e la responsabilità di essere testimoni della propria fede e, pertanto, missionari.
Siamo consapevoli che la pandemia ha per tutti cambiato le abitudini, il modo di stare insieme, mettendo a dura prova le persone più fragili del pianeta, ma non ha cambiato la voglia di costruire insieme un mondo migliore! Ci aiuti e ci stimoli l’esempio di Maria, prima credente e missionaria, per portare Cristo a tutti.
+ Bruno Forte,
Padre Arcivescovo