Carissimi confratelli, facendomi voce dei missionari e delle Pontificie Opere Missionarie, ringrazio di cuore per l’impegno profuso nel realizzare la Giornata Missionaria Mondiale e le adozioni dei seminaristi indigeni (POSPA). Ho da rilevare, purtroppo, che qualcuno mostra una certa pigrizia per le questue imperate “obbligatorie” che siamo vincolati a fare in tutte le chiese, rettorie, santuari e cappellanie.
Mi permetto di ricordare che le collette provenienti dalle donazioni dei fedeli per la Chiesa universale, devono essere versate interamente, non solo una parte simbolica o forfettaria. Infatti, “Le offerte fatte dai fedeli per un determinato fine non possono essere impiegate che per quel fine” (CJC Can. 1267 § 3). A nessuno, perciò, è dato il diritto di sottrarre né per la propria parrocchia né per altri fini, anche missionari non POM, quanto il popolo di Dio dà con retta intenzione per la causa cui è stato chiesto.
Il fondo universale di solidarietà delle POM elargisce, senza distinzione, a tutti i missionari che provvedono a realizzare opere di evangelizzazione e migliorare le condizioni di vita. Per aiutare un amico missionario devo attingere altrove, non alla GMM. È fondamentale, poi, far giungere all’ufficio missionario le offerte raccolte entro il 31 dicembre. Qualcuno pensa: l’importante è darle. Il ritardo impedisce di usare quelle somme. A chi chiede oggi pane, medicine, istruzione non si può dire: ripassa domani. L’apostolo Giacomo ci ammonisce: “Se un fratello o una sorella sono senza vestiti e sprovvisti del cibo quotidiano e uno di voi dice loro: «Andatevene in pace, riscaldatevi e saziatevi», ma non date loro il necessario per il corpo, a che cosa serve?” (Gc 2,15-16).
Ringrazio di cuore tutti quelli che, anche quest’anno, per la Giornata Missionaria Mondiale hanno mostrato sollecitudine.
Ricordando tutti nella mia umile preghiera, saluto cordialmente.
Il Vicario Episcopale per le Missioni
Mons. Michele Carlucci