Il tema della Giornata Missionaria Mondiale di quest’anno, “Non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato- testimoni e Profeti”, sollecita a rafforzare l’impegno di ciascun credente a vivere con generosità il proprio servizio ad una umanità ferita, alimentando la speranza. Tutti siamo chiamati a recuperare quella dignità battesimale nella quale riscopriamo la nostra appartenenza a Cristo e all’umanità, come realtà da amare e custodire con responsabilità. L’invito di Gesù: “Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo” (Mt 28,19), non è l’invito ad un esaltante proselitismo ma appello ad una responsabilità verso tutti i fratelli, a cui trasmettere l’esperienza di un incontro che salva e redime il vivere. Fare propria la fragilità degli altri è il cammino da intraprendere, soprattutto alla luce di questo tempo doloroso della pandemia che stiamo ancora attraversando.
Le Pontificie Opere Missionarie sono un dono e una opportunità per crescere nella fede e sensibilizzare, educare a sostenere la vita delle giovani Chiese sparse per il mondo. Bisogna rilanciare la loro presenza operosa all’interno delle nostre comunità parrocchiali, rimotivando la fiducia e superando quelle preoccupazioni cariche di ripiegamento che talvolta impediscono percorsi protesi ad un maggiore spirito universale e missionario. “Risvegliamo tutti la coscienza e la responsabilità di essere testimoni della propria fede e, pertanto, missionari” (+ Bruno Forte).
Poiché “lo slancio missionario è un segno chiaro della maturità di una comunità ecclesiale” (VD, 95), è opportuno che ogni parrocchia abbia un referente per relazionarsi con l’Ufficio missionario della Diocesi e per risvegliare nella propria comunità lo spirito missionario che è al cuore del battesimo. Oggi più che mai bisogna aprire il cuore e ragionare in termini di umanità, di fraternità, orientando il nostro aiuto spirituale e materiale verso chi muove i primi passi nella Chiesa.
Nella consapevolezza che “Quello che facciamo per noi muore con noi. Quello che facciamo per gli altri e per il mondo rimane ed è immortale” (Albert Pine), viviamo fruttuosamente l’ottobre missionario.
Michele Carlucci
Vicario episcopale per le missioni
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